Ecco una lista completa dei vaccini attualmente disponibili contro il coronavirus SARS-CoV-2.

CoronaVac (SinoVac, Cina)

Virus inattivato chimicamente con il beta propiolattone. In questo modo il virus non si può replicare, ma le proteine sulla sua superficie rimangono intatte, provocando la risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 21 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C.

Varianti: Efficace al 50% contro la variante inglese, non ci sono ancora dati sulla variante sudaficana.

Covaxin (Bharat Biotech, India)

Virus inattivato chimicamente con il beta propiolattone. In questo modo il virus non si può replicare, ma le proteine sulla sua superficie rimangono intatte, provocando la risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 21 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C.

Varianti: Non ci sono ancora dati sulla variante inglese, né su quella sudaficana.

BBIBP (Sinopharm, Cina)

Virus inattivato chimicamente con il beta propiolattone. In questo modo il virus non si può replicare, ma le proteine sulla sua superficie rimangono intatte, provocando la risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 21 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C.

Varianti: Efficace al 79% contro la variante inglese, non ci sono ancora dati sulla variante sudaficana.

JNJ-78436735/Ad26CoV2.S (Johnson&Johnson, USA)

Il vaccino sfrutta un vettore virale: il DNA codificante per la proteina Spike è incapsulato in un virus innocuo (adenovirus Ad26), che funge da mezzo di trasporto per entrare nelle cellule. Le cellule infette produrranno la proteina spike, contro la quale verrà scatenata la risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 1 dose. Conservazione a 2-8°C per 3 mesi, a -20°C per 2 anni.

Varianti: Efficace al 72% contro la variante inglese, al 57% contro quella sudaficana.

Sputnik V/Gam-Covid-vac (Gamaleya, russia)

Il vaccino sfrutta un vettore virale: il DNA codificante per la proteina Spike è incapsulato in un virus innocuo (adenovirus Ad26), che funge da mezzo di trasporto per entrare nelle cellule. Le cellule infette produrranno la proteina spike, contro la quale verrà scatenata la risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 28 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C per 3 mesi, a -20°C per 2 anni.

Varianti: Efficace al 91% contro la variante inglese, non ci sono ancora dati sulla variante sudaficana.

NVX-CoV2373 (Novavax, USA)

Il vaccino sfrutta nanoparticelle la cui superficie è ricoperta di proteine spike. Grazie alla presenza di un adiuvante, viene innescata una significativa risposta immunitaria. 89% UK, 49% SA.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 21 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C per 3 mesi, a -20°C per 2 anni.

Varianti: Efficace all’89% contro la variante inglese, al 49% contro quella sudaficana.

ChAdOx1/AZD1222 (Oxford/Astrazeneca, UK/SE)

Il vaccino sfrutta un vettore virale: il DNA codificante per la proteina Spike è incapsulato in un virus innocuo (adenovirus Ad26), che funge da mezzo di trasporto per entrare nelle cellule. Le cellule infette produrranno la proteina spike, contro la quale verrà scatenata la risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 12 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C.

Varianti: Efficace all’82% contro la variante inglese, al 10% contro quella sudaficana.

BNT162b2 (BioNTech/Pfizer DE/USA)

Vaccino a mRNA. L’mRNA codificante per la proteina spike è incapsulato in nanoparticelle lipidiche, in grado di fondersi con la membrana cellulare, rilasciando il materiale genetico al loro interno. Le cellule tradurranno poi l’mRNA nella proteina spike, contro la quale sarà iniziata una risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 21 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C per 5 giorni, a -70°C per 6 mesi.

Varianti: Efficace al 95% contro la variante inglese, non ci sono ancora dati sulla variante sudaficana.

mRNA1273 (Moderna, USA)

Vaccino a mRNA. L’mRNA codificante per la proteina spike è incapsulato in nanoparticelle lipidiche, in grado di fondersi con la membrana cellulare, rilasciando il materiale genetico al loro interno. Le cellule tradurranno poi l’mRNA nella proteina spike, contro la quale sarà iniziata una risposta immunitaria.

Dosaggio e conservazione: 2 dosi a 28 giorni di distanza. Conservazione a 2-8°C per 30 giorni, a -20°C per 6 mesi.

Varianti: Efficace al 94% contro la variante inglese, non ci sono ancora dati sulla variante sudaficana.

Le nuove varianti del coronavirus

Molteplici varianti del virus SARS-CoV-2 stanno circolando in tutto il mondo. Queste sono caratterizzate da alcune piccole mutazioni nella sequenza aminoacidica della proteina spike del virus “tradizionale”. Alcune mutazioni possono essere neutre (se non modificano la struttura o le caratteristiche della proteina), mentre altre possono avere effetti tangibili. Per indicare una mutazione, si indica il simbolo dell’aminoacido tradizionale, seguito dalla sua posizione nella proteina e da quello dell’aminoacido che ne prende il posto. Per esempio se vogliamo dire che l’aminoacido valina (V) in posizione 34 è stato sostituito dall’aminoacido arginina (R), scriveremmo: V34R.

Ora vediamo le nuove principali varianti emerse a partire dall’autunno del 2020:

  • Nel Regno Unito, è emersa una nuova variante (nota come B.1.1.7), la quale presenta varie mutazioni: N501Y, che si trova nel sito di legame tra la proteina spike e il recettore ACE2, una delezione in posizione 69/70 (che potrebbe portare ad un cambiamento strutturale della proteina) e le mutazioni A570D, D614G e P681H.
  • In Sud Africa, un’altra variante di SARS-CoV-2 (nota come B.1.351) è emersa indipendentemente da B.1.1.7, rispetto alla quale presenta più mutazioni, tra cui K417N, E484K, N501Y, ma non la delezione in posizione 69/70. Queste tre mutazioni interessano tutte il sito di legame della proteina spike con il recettore ACE2, pertanto hanno un importante significato biologico. Questo potrebbe spiegare perché la variante sudafricana sembri evadere (almeno in parte) l’immunità offerta dai vaccini finora sviluppati. Inoltre, come anche nella altre varianti, è presente la mutazione D614G, che aumenta l’infettività del virus.
  • In Brasile, è emersa una variante di SARS-CoV-2 (nota come P.1) che è stata identificata per la prima volta in quattro viaggiatori brasiliani testati durante lo screening di routine all’aeroporto di Haneda, fuori Tokyo, in Giappone (per questo si parla di variante giapponese/brasiliana). Questa variante presenta 17 mutazioni, tra cui K417T, E484K, N501Y e D614G.

Fonti

https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/more/science-and-research/scientific-brief-emerging-variants.html

https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/cases-updates/variant-surveillance/variant-info.html

https://www.nature.com/articles/s41586-020-2895-3