Perché in Italia la letalità della Covid-19 è circa 8 volte superiore a quella della Germania? In questo articolo vi racconto numeri e fatti che spiegano l’enorme differenza.
Iniziamo con la fonte dei contagi, per la quale possiamo definire la Germania molto fortunata. I primi cittadini teutonici contagiati sono sciatori che hanno contratto l’infezione nei nostri resort sulle Alpi. Giovani e in salute, hanno subito minimamente la pericolosità della malattia, tant’è che in Germania la letalità nelle prime settimane è stata dello 0,2%. Quando i contagi si sono diffusi nella popolazione, il tasso di decessi è salito all’1,6%, che rimane però ben distante dal 12,7% dell’Italia, dal 12,5% del Regno Unito, dall’11% della Francia, dal 10,3% della Spagna, dal 4% della Cina e degli USA. Perfino la Corea del Sud ha avuto un tasso di letalità superiore (1,8%), nonostante il massiccio numero di test eseguiti per limitare la diffusione dei contagi.
La bassa letalità è sì in parte spiegabile dall’età media delle persone contagiate (49 anni), più giovani rispetto a francesi (62,5 anni) e italiani (62 anni), ma la fortuna non è stata la sola forza in gioco. Infatti, un grande contributo proviene anche dai test eseguiti. Se guardiamo i numeri assoluti, la Germania batte l’Italia (1.317.887 contro 1.010.193 al 12 aprile 2020), ma ha anche una popolazione più numerosa (83 milioni contro 60). Infatti, noi abbiamo eseguito 16.708 test per milione di abitanti contro i 15.730 della Germania. La differenza emerge confrontando il numero di test svolti per ogni individuo positivo: in Italia eseguiamo 6,5 test per ogni persona contagiata, in Germania 10,5. In questo modo, i tedeschi scoprono più individui asintomatici o con sintomi lievi, che nelle statistiche aumentano il numero di contagiati, ma non quello dei decessi (contribuendo a tener bassa la letalità). La Germania ha avuto un po’ di fortuna anche nell’isolare in fretta gran parte delle persone infette: per loro è stato sufficiente rintracciare tutti i cittadini che erano stati in vacanza in Italia e le persone venute in contatto con loro.
Un esempio emblematico di come la Germania consideri essenziale la prevenzione è costituito dai cosiddetti “corona taxi” che operano nella città di Heidelberg. Si tratta di medici che visitano a domicilio le persone malate da 5 o 6 giorni, per eseguire un’analisi del sangue. L’obiettivo è quello di verificare se le condizioni sono in procinto di aggravarsi e in tal caso si procede con il ricovero immediato in ospedale, anche se i sintomi sono ancora lievi. Il professor Hans-Georg Kräusslich, direttore del dipartimento di virologia dell’ospedale universitario di Heidelberg, spiega così la strategia: “c’è un punto di svolta intorno alla fine della prima settimana di malattia. Se i polmoni di una persona sono destinati a collassare, quello è il momento. Con una diagnosi precoce, possiamo agire prima che i polmoni si deteriorino e la probabilità di sopravvivere è molto più alta.”
Il fattore che ha contribuito maggiormente a proteggere i cittadini tedeschi è la robustezza del servizio sanitario, specialmente per quanto riguarda la terapia intensiva. A gennaio, la Germania disponeva di 28.000 posti letto in terapia intensiva tutti equipaggiati con ventilatori che, rapportati alla popolazione diventano 34 ogni 100.000 abitanti. In Italia ce ne sono 12,5 (il 70% dotati di ventilatore), in Francia 11,6, in Spagna 10 e nel Regno Unito 6,6. Inoltre, dall’inizio dell’epidemia, i tedeschi hanno aumentato i posti letto in terapia intensiva di 12.000 unità. Basti pensare che gli ospedali italiani sono al collasso con 34.211 pazienti di Covid-19 ricoverati, mentre in Germania i ricoveri sono 60.300 e la capacità limite non è ancora stata raggiunta. (Per una panoramica sullo stato attuale del nostro Servizio Sanitario Nazionale leggete qui)
Per ultimo, bisogna ricordare la risolutezza con la quale la Germania ha immediatamente imposto misure restrittive sugli spostamenti e sulle aggregazioni di persone in tutto il Paese. Queste restrizioni hanno ricevuto l’appoggio indiscusso delle forze di opposizione, e questo ha fatto sì che tutta la cittadinanza vi si attenesse, contribuendo fin da subito ad abbassare la diffusione dei contagi. Ricordiamo invece come in Italia la situazione fosse ben più confusa quando l’epidemia era agli albori, anche se, a differenza dei tedeschi, non potevamo immaginare cosa sarebbe successo, essendo stati i primi a fronteggiare tale emergenza in Europa.
Fonti
https://www.nytimes.com/2020/04/04/world/europe/germany-coronavirus-death-rate.html