Recentemente abbiamo letto la notizia che la Danimarca ha emesso l’ordine di abbattere tutti i 17 milioni di visoni allevati nel Paese. Vediamo di capire cosa è successo.
Il 5 novembre 2020, le autorità sanitarie danesi hanno segnalato 12 casi di COVID-19 dovuti a una specifica variante del coronavirus SARS-CoV-2 associata al visone. Tutti i 12 casi risalgono a settembre e sono localizzati nello Jutland settentrionale (la punta più a nord della Danimarca, dove si trova Aalborg). Di questi, 8 persone avevano un collegamento con un’industria di allevamento dei visoni e le restanti 4 casi provenivano dalla comunità locale. Questo tipo di notizia non è nuovo, dal momento che dal giugno 2020, in Danimarca sono stati registrati 214 casi umani di COVID-19 dovuti a varianti del SARS-CoV-2 associate a visoni d’allevamento. La novità riguardante questi 12 casi sta nel genoma del virus, che presenta una combinazione di mutazioni genetiche non documentate in precedenza.
Dove sta il problema? La preoccupazione maggiore è che questa variante possa evadere l’immunità indotta dai vaccini attualmente in fase di sviluppo. La maggior parte dei vaccini sono studiati contro la proteina Spike, ovvero l’ancora che permette al virus di agganciarsi alle cellule epiteliali delle vie aeree (il primo step dell’infezione). Ciò significa che se questa proteina dovesse mutare – come è accaduto nel caso dei visoni – gli anticorpi stimolati dal vaccino potrebbero non essere in grado di ricononoscere il nuovo virus.
La Danimarca ha stabilito che gli allevamenti di visone rappresentano un rischio significativo per la salute pubblica, a causa della suscettibilità del visone alle infezioni da SARS-CoV-2 e della facilità di trasmissione animale-uomo. Sebbene siano necessarie accurate ricerche scientifiche e di laboratorio per valutare queste eventualità, la Danimarca non vuole correre rischi e ha ordinato l’abbattimento di tutti i visoni d’allevamento. Il Paese scandinavo ha condiviso immediatamente la sequenza genomica della nuova variante per aiutare i ricercatori a studiare l’effetto di queste mutazioni.
Trasmissione animale-uomo
La trasmissione del virus dagli animali all’uomo non deve sorprendere: sebbene il COVID-19 si diffonda principalmente da uomo a uomo, è stata osservata anche la trasmissione tra uomo e alcuni animali, come visoni, cani, gatti domestici e leoni. La trasmissione dal visone all’uomo è già stata osservata in Danimarca, Spagna, Svezia, Italia, Paesi Bassi e Stati Uniti d’America. I visoni sono stati contagiati in seguito all’esposizione a esseri umani infetti. Questi animali possono agire come serbatoio di SARS-CoV-2, trasmettendo il virus tra di loro e rappresentando un rischio di propagazione del virus dal visone all’uomo. Un virus che si sposta dagli animali all’uomo desta sempre preoccupazione, poiché il cambio di specie potrebbe favorire mutazioni genetiche per promuovere l’adattamento al nuovo ospite.
La nuova variante virale
Stando alle poche informazioni disponibili, non sembra che la nuova variante sia associata a cambiamenti nell’infettività o nella gravità della malattia associata. Infatti, le prime osservazioni suggeriscono che la presentazione clinica, la gravità e la trasmissione tra le persone infette siano simili a quelle degli altri virus SARS-CoV-2 circolanti. La nuova variante identificata è stata chiamata “cluster 5“, trattandosi della quinta identificata associata ai visoni in Danimarca. Questa variante presenta quattro mutazioni simultanee che interessano la proteina Spike, il che potrebbe permetterle di evadere i vaccini in fase di sviluppo contro la variante tradizionale.
Le implicazioni di queste mutazioni non sono ancora note, anche se studi preliminari suggeriscono che questo virus abbia una ridotta suscettibilità agli anticorpi sviluppati contro il virus non mutato. Al confronto, il virus del visone appartenente al cluster 1 non mostra ridotta suscettibilità, mentre i cluster 2-4 sono ancora in fase di analisi.
La variabilità del virus SARS-CoV-2
Ora magari vi starete chiedendo “se ci sono 5 varianti diverse di virus che infettano i visoni in Danimarca, quante varianti di SARS-CoV-2 esistono al mondo?” Mi rendo conto che parlare di mutazioni del virus possa generare perplessità sulla validità del vaccino, specialmente dopo quanto detto sui rischi in caso di mutazione della proteina Spike. Tuttavia, la maggior parte delle mutazioni sono ininfluenti sull’efficacia del vaccino perché non si traducono a livello pratico. Per questo i ceppi sono meno di quanti potreste pensare. Sotto trovate un’infografica dei vari ceppi virali identificati in Danimarca; in rosso è facilmente identificabile il cluster 5 associato al visone.

È importante non cadere in errore e pensare che in ogni Paese si siano sviluppati ceppi differenti: i ceppi diffusi al mondo sono: 19A, 19B, 20A, 20B e 20C. Restringendo il focus all’Europa, si può osservare la presenza di due ulteriori varianti del ceppo 20A, che sono 20A.EU1 (originatosi in Spagna) e 20A.EU2 (originatosi in Francia).
La risposta danese
Le autorità danesi hanno annunciato di intraprendere le seguenti azioni :
- Abbattimento di tutti i visoni d’allevamento (15-17 milioni) in Danimarca, compreso il bestiame da riproduzione;
- Migliorare la sorveglianza della popolazione locale per rilevare tutti i casi di COVID-19 nella regione dello Jutland settentrionale;
- Aumento del sequenziamento delle infezioni SARS-CoV-2 umane e di visone in Danimarca (per tenere sotto controllo le mutazioni del genoma virale);
- Rapida condivisione delle sequenze genomiche complete della variante di visone SARS-CoV-2 cluster 5;
- Introduzione di nuove restrizioni ai movimenti nelle aree colpite nello Jutland settentrionale per ridurre la trasmissione della malattia.
Fonti
https://www.who.int/csr/don/06-november-2020-mink-associated-sars-cov2-denmark/en/
https://www.ssi.dk/aktuelt/nyheder/2020/mutationer-i-minkvirus