Quanto è vecchio l’universo? Per mettere le cose in prospettiva, l’universo si è formato circa 13,8 miliardi di anni fa, un arco di tempo quasi inconcepibile che nasconde l’evoluzione di stelle, galassie e persino la vita stessa. Per vedere questo in prospettiva, immaginate di racchiudere l’intera vita dell’universo in un anno: come se ogni mese rappresentasse poco più di un miliardo di anni e ogni giorno quasi 38 milioni di anni.

In questo modello, il Big Bang, l’evento che ha dato origine allo spazio, al tempo e alla materia, avviene esattamente a mezzanotte e un secondo del 1° gennaio. Nei primi attimi dopo questa esplosione primordiale, l’universo era un oceano di particelle elementari immerso in una temperatura inimmaginabilmente alta. Solo dopo circa 380.000 anni, equivalente ai primi secondi del 1° gennaio, la materia si raffreddò abbastanza da permettere la formazione dei primi atomi, liberando la luce che oggi chiamiamo radiazione cosmica di fondo (CMB, Cosmic Microwave Background), una reliquia osservabile ancora oggi che ci racconta le origini dell’universo.

A metà gennaio del calendario cosmico, si accendono le prime stelle. Circa due mesi dopo, a metà marzo, nasce la nostra casa galattica: la Via Lattea. Un lungo e silenzioso percorso si dipana nei millenni successivi, finché a settembre non compare il nostro Sistema Solare, frutto del collasso di una nube di gas e polvere interstellare.

Il Pianeta Terra si forma circa 4,5 miliardi di anni fa, ovvero alla fine del “settembre cosmico”, ma la vita stessa resta un fenomeno raro e primitivo fino alla fine del mese, tant’è che le prime forme di vita unicellulari, organismi semplici ma straordinariamente resilienti, compaiono col sopraggiungere dell’autunno.

A metà dicembre fanno la loro comparsa le prime forme di vita complesse, come piante e animali. I dinosauri popolano la Terra il 24 dicembre, e il loro regno dura “appena” 5 giorni (circa 200 milioni di anni), per poi estinguersi 65 milioni di anni fa. Infine, nell’ultimo minuto prima di mezzanotte del 31 dicembre, ecco finalmente l’ingresso dei primi esseri umani.

Questa visione temporale mette in prospettiva l’estrema brevità della nostra storia rispetto alla vastità cosmica.

Misurare il Tempo del Cosmo

L’età dell’universo, calcolata con precisione grazie alla cosmologia moderna, deriva dall’osservazione della radiazione cosmica di fondo, scoperta nel 1964 da Arno Penzias e Robert Wilson. Questa radiazione fossile è una delle prove più solide del modello del Big Bang. Le fluttuazioni in questa luce primordiale permettono di stimare non solo l’età dell’universo, ma anche la sua composizione. I tre componenti sono:

  1. Materia ordinaria (circa il 5%): È la materia che costituisce le stelle, i pianeti, le galassie e tutto ciò che possiamo vedere e misurare con strumenti tradizionali. È fatta di particelle come protoni, neutroni ed elettroni.
  2. Materia oscura (circa il 27%): Una forma di materia che non emette luce o radiazione, quindi non può essere osservata direttamente, ma la sua presenza è dedotta attraverso i suoi effetti gravitazionali su oggetti visibili come stelle e galassie. Non si sa ancora di cosa sia composta, ma si ritiene che giochi un ruolo cruciale nell’aggregazione e nella stabilità delle galassie.
  3. Energia oscura (circa il 68%): È una forma di energia misteriosa che permea l’intero spazio e sta causando l’accelerazione dell’espansione dell’universo. Anche se la sua natura è ancora sconosciuta, si pensa che costituisca la maggior parte dell’energia totale dell’universo.

In sintesi, solo una piccola parte dell’universo è costituita da materia “normale” che possiamo osservare direttamente; la maggior parte è composta da entità misteriose che rimangono ancora incomprese.

Ogni punto del cielo illuminato dalla radiazione cosmica racconta una storia antica di 13,8 miliardi di anni, il tempo necessario affinché questa luce viaggiasse fino a noi. Con telescopi sempre più potenti, come il telescopio spaziale James Webb, gli scienziati sperano di guardare ancora più indietro nel tempo e avvicinarsi ai primi istanti dopo il Big Bang, per comprenderlo meglio.