La Terra è spesso descritta come un paradiso per la vita, ma la realtà è ben più complessa. La nostra posizione nell’Universo è straordinariamente favorevole, ma fragile. Anche piccole variazioni potrebbero avere conseguenze catastrofiche.
Il rapporto con gli altri corpi celesti
La Terra si trova nella cosiddetta zona abitabile, a una distanza dal Sole che permette la presenza di acqua liquida. Tuttavia, se fossimo poco più vicini o lontani, il clima cambierebbe significativamente: temperature più alte o più basse renderebbero il pianeta meno accogliente, anche se non inabitabile istantaneamente. La velocità di rotazione terrestre è un altro fattore cruciale. Se la Terra girasse più velocemente, i venti sarebbero più forti e i giorni più brevi. Al contrario, una rotazione più lenta aumenterebbe le differenze di temperatura tra giorno e notte, rendendo il clima più estremo.
La presenza della Luna contribuisce alla stabilità dell’asse terrestre, evitando oscillazioni eccessive che potrebbero compromettere il clima. Inoltre, le maree lunari favoriscono il mescolamento delle acque oceaniche, prevenendo il ristagno che minaccerebbe la biodiversità marina.
Infine, Giove svolge un ruolo cruciale come scudo gravitazionale, deviando asteroidi e comete che potrebbero colpire la Terra. Senza questo gigante gassoso, la frequenza di impatti catastrofici sui pianeti interni del sistema solare sarebbe molto più alta.
Un pianeta ostile
Nonostante queste protezioni, la Terra non è un luogo completamente ospitale. Uragani, terremoti, eruzioni vulcaniche e impatti di asteroidi minacciano costantemente la vita. Secondo i reperti fossili, il 99% delle specie che hanno abitato il nostro pianeta si sono estinte. Inoltre, un essere umano esposto nudo all’ambiente terrestre morirebbe nel 75% dei luoghi in meno di dieci minuti, a causa di predatori o condizioni climatiche estreme (The Independent, 2020).
C’è qualcosa di meglio della Terra?
Secondo una recente ricerca, potremmo non essere sul pianeta che offre le condizioni migliori per la vita, in assoluto. Gli scienziati hanno infatti individuato 24 pianeti che sembrano offrire caratteristiche ancora più favorevoli per ospitare la vita rispetto al nostro mondo.
Un nuovo concetto: La superabitabilità
Il termine “superabitabile” descrive mondi che presentano condizioni potenzialmente migliori della Terra per lo sviluppo e il mantenimento della vita. Gli autori dello studio hanno esaminato oltre 4.500 esopianeti già scoperti alla ricerca di candidati ideali, analizzando criteri come dimensioni, età, temperatura, disponibilità di acqua e il tipo di stella attorno a cui orbitano.
Un aspetto cruciale della ricerca è stata la scelta delle stelle ospiti. Le stelle simili al nostro Sole (dette stelle di tipo G) hanno una durata relativamente breve su scala cosmica. Considerando che forme di vita complesse sono emerse sulla Terra solo dopo quasi la metà della sua vita utile, molte stelle di tipo G potrebbero esaurirsi prima che la vita complessa abbia il tempo di evolversi. Al contrario, le stelle di tipo K, più piccole e longeve, possono durare fino a 70 miliardi di anni, offrendo molto più tempo per lo sviluppo di organismi complessi.
Caratteristiche di un pianeta superabitabile
I pianeti considerati superabitabili hanno dimensioni maggiori della Terra – circa il 10% più grandi – il che implica una superficie abitabile più estesa. Una massa maggiore garantisce inoltre un nucleo attivo più a lungo e una gravità più forte, capace di trattenere un’atmosfera protettiva. Anche la temperatura gioca un ruolo chiave: un pianeta con una temperatura media superiore di circa 5°C rispetto alla Terra potrebbe essere più accogliente. Inoltre, la presenza di una quantità d’acqua maggiore – sotto forma di umidità diffusa piuttosto che vasti oceani – contribuirebbe a migliorare la vivibilità di un pianeta.
I risultati dello studio
Nessuno dei 24 pianeti identificati soddisfa tutte le caratteristiche ideali contemporaneamente. Tuttavia, uno di questi mondi possiede almeno quattro delle qualità elencate, rendendolo un candidato estremamente interessante per ulteriori indagini.
Tutti questi pianeti si trovano a oltre 100 anni luce di distanza, rendendo impossibile l’esplorazione diretta. Tuttavia, telescopi di prossima generazione come il James Webb Space Telescope della NASA, il telescopio LUVIOR e il PLATO dell’Agenzia Spaziale Europea potrebbero permetterci di ottenere immagini più dettagliate e persino di rilevare eventuali segnali di vita.
Il professor Dirk Schulze-Makuch, a capo dello studio, sottolinea l’importanza di ampliare le nostre prospettive: “Non dobbiamo limitarci a cercare una seconda Terra. Potrebbero esistere pianeti ancora più adatti alla vita rispetto al nostro”. Questa mentalità potrebbe guidare le future esplorazioni cosmiche, permettendoci di scoprire mondi dove la vita potrebbe prosperare in modi oggi inimmaginabili.

Fonti
www.independent.co.uk/space/earth-alien-life-nasa-planets-worlds-b811661.html

Certo che è il migliore: ci vivo io! A parte questo, con una gravità maggiore non saremmo più pesanti e impacciati? Non avremmo maggiore difficoltà a compiere qualunque lavoro?
PS: hai cambiato specializzazione o questo è un hobby?
PPS: ho particolarmente apprezzato il fatto che con 5°C in più si vivrebbe meglio, confermando quello che dico da sempre.
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Ciao Barbara, sulla forza di gravità maggiore in effetti hai ragione, anche se magari un 10% in più non sarebbe così drammatica, chi lo sa 🙂 questo nuovo argomento è un hobby, ho pensato a argomenti scientifici che non avevo ancora trattato, e ho pensato di approfondire qualcosa
(con temperature maggiori sarei contentissimo anche io, figurati… tornare in Svezia dopo una settimana in Italia per natale è stata una sofferenza 😉 )
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Dal punto di vista climatico il periodo più felice della mia vita è stato l’anno che ho passato all’equatore, una cosa paradisiaca.
In effetti un po’ di gravità in più potrebbe non essere un male: magari si starebbe un po’ più coi piedi per terra…
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